Quando l’ho visto con il berrettino di lana nel banco frigo non ho resistito. Mi ha fatto sorridere immediatamente e l’ho comprato. innocent è un brand che “a smile in the mind” ce l’ha e lo trovi in qualsiasi cosa faccia.
Ecco: io questo sorriso nella mente vorrei avercelo, avercelo sempre. E soprattutto, vorrei infonderlo, infonderlo sempre in ogni progetto, piccolo o grande che sia. Perché è un valore aggiunto portentoso, più efficace di qualsiasi studiatissima persuasiva parola di copywriter.
Altri berrettini e sorrisi qui: The Innocent Big Knit.
che bellissimo obiettivo. Anche a me piacerebbe. E, a pensarci bene, forse è quello che inconsciamente ho sempre cercato di fare con le miniature. Con il nostro lavoro, ahimé, credo di essere arrivata a un grado di disinnamoramento tale da non riuscirci più.
(su “the age of Innocent” e quello che verrà dopo/sta arrivando: http://www.nickparker.co.uk/blog/2016/5/5/so-long-innocent-copycat-brands-have-found-a-new-tone-of-voice-to-appropriate
e per farti due risate: http://wackaging.tumblr.com/)
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il nostro mestiere (soprattutto come freelance) è una lotta continua e, in effetti, spesso il sorriso si fa fatica a recuperarlo, sparisce per lunghi periodi… quanto ai tuoi minicaretti splendidi, beh quelli sono smile in the mind al 100%. e tu prova a dare un’occhiata a questo jap: tanaka tatsuya http://miniature-calendar.com/book/
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sono abbonata al suo Instagram! mi piace moltissimo 🙂
pensando ai sorrisi l’altro giorno ho fatto delle Happy Bowls che mi hanno fatto addirittura ridere, tanto son carucce. Le riempirò di insalata, credo http://tinyurl.com/hab9m9l 🙂
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sei al top, as usual 😉
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